L'amante di Lady Chatterley by David Herbert Lawrence

autore:David Herbert Lawrence [Lawrence, David Herbert]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2012-03-26T22:00:00+00:00

CAPITOLO UNDICESIMO

Connie stava riordinando uno dei ripostigli di Wrabgy. Ce n’erano parecchi: la casa era una conigliera, e la famiglia non vendeva mai niente. Il padre di Sir Geoffrey aveva avuto la passione dei quadri e la madre quella dei mobili del cinquecento.2 Lo stesso Sir Geoffrey aveva avuto una gran passione per le vecchie cassapanche di quercia scolpita, quelle da sacrestia. E così per generazioni. Clifford collezionava quadri ultramoderni, a prezzi veramente modesti.

Così, nel ripostiglio c’erano dei brutti quadri di Sir Edwin Landseers e nidi d’uccello del patetico William Henry Hunt, insieme ad altra roba accademica, sufficiente per spaventare la figlia di un membro dell’Accademia Reale. Un giorno Connie si decise a esaminare tutto quanto e a fare un bel repulisti. E quei mobili grotteschi la interessarono.

Avvolta con cura, per preservarla dai danni e dal disfacimento, c’era la vecchia culla di famiglia, in palissandro. Per guardarla, Connie dovette liberarla dalla protezione. Aveva un certo fascino, e Connie la osservò a lungo.

«È un vero peccato che non serva», sospirò Mrs Bolton, che le dava una mano. «Anche se le culle così oggi non vanno più di moda».

«Potrebbe servire. Potrei avere un bambino», disse Connie con noncuranza, come se dicesse che poteva comprarsi un cappello.

«Volete dire se a Sir Clifford capitasse qualcosa?», balbettò Mrs Bolton.

«No! Voglio dire così come stanno le cose. Sir Clifford ha solo una paralisi muscolare... Non lo rende invalido», disse Connie, mentendo con la stessa naturalezza con cui la gente respira.

Era stato Clifford a metterle in testa l’idea. Aveva detto: «Naturalmente potrei ancora avere un bambino. In realtà non sono affatto mutilato. La potenza sessuale può facilmente ritornare, anche se i muscoli delle anche e delle gambe sono paralizzati. E allora si potrebbe fare un trapianto del seme».

Quando aveva quei periodi di attivismo, in cui lavorava così accanitamente per trovare una soluzione al problema delle miniere, gli sembrava davvero che gli stesse ritornando la potenza sessuale. Connie lo aveva guardato terrorizzata. Ma era tanto pronta da usare il suggerimento per difendersi. Perché, potendo, un bambino l’avrebbe avuto, ma non con Clifford.

Mrs Bolton rimase un attimo senza fiato, sbalordita. Poi non ci credette: ci vedeva un inganno. Pure, i medici ormai riuscivano a fare certe cose! Potevano fare una specie di innesto del seme.

«Bene, Milady, posso solo sperarlo e pregare che possiate averlo. Sarebbe bello per voi, e per tutti quanti. Parola mia, un bambino a Wragby, come cambierebbe le cose!».

«Vero?», disse Connie.

E scelse tre quadri di membri dell’Accademia Reale, dipinti sessant’anni prima, per mandarli alla duchessa di Shortlands per la sua prossima fiera di beneficenza. La chiamavano «la duchessa delle fiere», perché chiedeva a tutta la contea di mandarle degli oggetti da mettere in vendita. Sarebbe stata felicissima di ricevere quei tre quadri di pittori dell’Accademia Reale, già incorniciati. In considerazione dei quadri, forse sarebbe persino passata da Wragby. Come si infuriava Clifford quando passava di lì!

«Ma Dio mio!», pensava tra sé e sé Mrs Bolton. «È a un figlio di Oliver Mellors che ci state preparando?

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